GREENPEACE Italia: il sogno dell'attivista Véronique. Lettera aperta al signor Greenpeace
Caro signor Greenpeace, mi chiamo Veronica, ho 25 anni da qualche anno e sono una dura dal cuore di panna.
Nei miei 25 anni da qualche anno ho chiuso nel cassetto molti sogni e desideri: volevo fare la ballerina col tutù, la pop star di fama mondiale, la fidanzata di Leonardo Di Caprio, la scrittrice acclamata, la detective e ogni tanto pure la serial killer, l'astronauta e l'atleta.
Alcuni sogni sono usciti dal cassetto e si sono avverati, altri sembrano essere finiti nel fondo e forse caduti oltre.
Tra sogni e realtà c'è una cosa che la giovane Véronique ha sempre desiderato fare più di tutto: la veterinaria.
Ebbene sì, tra navigare nello spazio e andare sul red carpet la giovane Vêronique preferiva inseguire cagnolini, gattini, cavalli ed ogni tipo di animale del quartiere per dividere la merenda con loro.
Ho prove fotografiche di una giovanissima Véronique che tenta di corrompere cani e caprette con una merendina: "Io do la merendina a te, tu ti fai fare una carezzina da me."
È come se la vedessi in questo momento mentre spupazzava animali a caso, per poi prendersi i pidocchi.
Ma poco importava, aveva avuto e dato la sua dose di coccole.
Figurati, caro signor Greenpeace, che non poteva neanche avere un pesce rosso, perché non resisteva dall'accarezzarlo, ma secondo lei a lui non piaceva molto.
Ricordo anche le facce dei genitori della giovane Véronique quando arrivava a casa felice con un nuovo animale, anche se le loro facce non erano così felici, Kengah ne è testimone.
Caro signor Greenpeace, all'età di 14 anni sfogliando il menù di un ristorante cinese, rimasi colpita dal barbaro spettacolo della messa in mostra delle bestie di cui cibarsi: il menù si divideva in base agli animali che si volevano mangiare, non in base alle portate, ma così: "Maiale, oca, pollo, manzo..."
Inutile dire che da quella sera rivelatrice non ho più mangiato nessuno di questi animali e sono diventata vegetariana.
Caro signor Greenpeace ti starai chiedendo perché ti sto raccontando la mia vita e voglio risponderti subito: io non sono diventata una veterinaria, ma quel gesto di allungare la mano con una merendina, un biscotto o una briciola di pane verso un cane, un topo o un uccellino è il gesto più intimo che mi unisce alla giovane Véronique che fui e che ancora oggi tengo viva in sentimenti nobili come questo.
Credimi: se mi mettessi di fronte ad una balena sarei capace di allungare il braccio per darle una merendina.
Caro signor Greenpeace, ti rivolgo ora la mia richiesta più accorata: portami con te a salvare le balene!
Mettimi sulla prua del gommone di fronte alla baleniera, dammi un idrante potentissimo che mi porti in aria a sparare acqua contro le baleniere.
Io alle balene voglio bene, sono creature stupende, mastodontiche eppure innocue, non hanno mai fatto male a nessuno, tranne forse ai pesci e a Pinocchio.
Credo di volere bene alle balene perché in fondo mi assomigliano: sono delle burbere con l'armatura, fanno le grosse, ma alla fine hanno il cuore di panna come me.
Se vuoi, caro signor Greenpeace, posso anche fare la gavetta del buon attivista: mettimi in piazza a urlare "Più merendine per gli animalini"; mandami a fare un raid in un acquario e ti prometto che uscirò di lì portando in braccio tutti i pinguini belli, un bouquet di pinguini belli.
Ti prometto che ripulirò dal catrame tutti gli uccelli e libererò quelli impigliati nei rifiuti. Non ti arrabbiare però se ci metto tanto, è probabile che dopo averlo fatto mi fermi un attimo a fargli una carezzina.
Caro signor Greenpeace, ti prometto che se mi porti con te a salvare le balene, non solo offrirò la merendina alle balene, ma anche alla baleniera, sai mai che chi vi é sopra si addolcisca un po'.
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